lunedì 29 maggio 2017

Recensione "IL RITMO DELLE STELLE" di Indigo Project



SINOSSI

“Se non riesci a salvare una sola persona, come puoi liberare l’umanità intera?”

Una nave di evasi comandata dall’enigmatico Manàs s’introduce in una stazione in mano agli invasori alieni con l’aiuto della musica, bandita dal nemico che la ritiene responsabile di passioni proibite. Lo scopo del manipolo di dissidenti è rapire Melissa, cronista blasonata dal regime, e raggiungere lo scalo dove sta per scoppiare una rivolta per opera delle cellule di resistenza. Nel corso del viaggio, Melissa dovrà trasmettere messaggi agli umani ‘dormienti’ e convincerli che la telepatia aliena li ha assuefatti a una serenità solo apparente. Lei stessa ha una visione distorta e Manàs può redimerla solo forzandola con la telepatia che scorre nelle sue vene di sanguemisto. Per fare questo, però, dovrà lottare contro tutte le emozioni soffocate in un’intera esistenza da ribelle...



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RECENSIONE

Qualcuno di voi (su datemi una minima soddisfazione) ricorda il controverso libro di George Orwell 1984?
Senza entrare nella trama (vi invito a leggerlo) il testo controverso, spe4ttacolare di Orwell racconta un futuro non tanto lontano, di un umanità dominata da un unico partito che esercita un controllo totale sulla società. Questo partito, guidato dal Grande Fratello è fondamentalmente un’acuta e feroce critica del totalitarismo (ricordo che il libro è stato pubblicato nel 1949) ammette per la sua natura rigida un solo pensiero, una sola verità e perseguita, quindi tutto quello che riesce a far viaggiare la fantasia e la curiosità e che stimola la mente. tutto questo viene effettuato per mezzo della censura della lingua ( nel mondo creato dal genio di Orwell la lingua neolingua è dotata di pochi termini dotati di un significato elementare che escluda le sfumature. Ecco che, per esercitare il controllo della Mente il partito nega l’accesso al linguaggio e di conseguenza alla comunicazione.
Perché vi racconto di 1984?
perché come libro è e resta il padre e il caposaldo delle successive strutture fantascientifico distopiche. E in questa linea si situa il libro di Indigo Project “il ritmo delle stelle” a cui arrivano i miei mille inchini e i miei sentiti grazie.
L’influenza della visione catastrofica di Orwell viene elaborata partendo dal dramma della NOSTRA società, ben diversa da quella degli anni 50 ma non per questo meno inquietante: il controllo della nostra percezione della realtà. Questo controllo, esercitato non da un partito ma da entità aliene aggressiva comandano qualcosa di ancor più drammatico del linguaggio : la cultura e la visione stessa che l’uomo ha di se stesso. Coinvolgendo la storia. Cosa significa controllare la cultura?
Secondo l’etimologia della parola, la cultura che deriva dal verbo latino colere ossia coltivare, è l’insieme dei comportamenti religiosi, fasci di sapere, opinioni credenze costumi che caratterizzano un sistema umano particolare e determinato. È una sorta di eredità storia un cordone che unisce passato presente e che è in grado di determinare il futuro. Controlla questo sistema significa anestetizzare letteralmente la coscienza umana che, di cultura cosi intesa si nutre. E questa cultura determina anche la percezione della realtà che ci circonda.
Nel libro angosciante e onirico a tratti di Indigo, si assiste al rischio più temuto dall'uomo moderno, usato persino da Orson Welles nella trasmissione la guerra dei mondi, il rischio di invasione aliena. In molti libri, programmi, deliri saggistici ma anche nei fumetti (si pensi ai manga giapponesi) l’orrore della conquista è presente fin dalla fine della seconda guerra mondiale. Grazie al nuovo ordine politico, (il blocco sovietico contro il blocco occidentale) l’uomo si è sentito quasi protetto e l’unica minaccia poteva venire da fuori. Fuori inteso come conquista sovrannaturale o extraterrestre. Non è un caso che negli anni 50 e 60 si assistette all'evolversi delle teorie della paleo-astronautica, che mettevano in discussione la teoria accademica della creazione delle prime società civili. Mettere quindi in forse la naturale e darwiniana evoluzione dell’uomo ci ha reso, sempre di più soggetti a un terrore inconscio di essere fondamentalmente terreno di caccia e carne da esperimento per alieni assetati di potere.
Queste ansie apocalittiche non sono solo parte di un bagaglio mitologico umano che ha sostituito nel tempo l’orrore dei licantropi e dei vampiri ma è il modo con cui la società simboleggia i pericoli insiti nella sua costruzione e nel suo modo di perpetuarsi mantenendo lo status quo. Melissa non è soltanto una dormiente, assuefatta al controllo facile soave, quasi un bozzolo di serenità creata dai cattivi invasori. Melissa è e resta un atroce simbolo del rischio reale e perpetuo di una società che per mantenersi deve dominare e dirigere la percezione umana. Come si possono mantenere i privilegi se non mettendo un impedimento al libero arbitrio alla creatività e alla curiosità umana? Non è quella che ha portato Eva a sfidare Dio mangiando la mela? E non è per mezzo della disobbedienza e della sperimentazione che l’uomo, conoscendo il bene e il male e nutrendosi di questo contrasto ha acquisito consapevolezza di sé progredendo?
Gli alieni non sono altro che i simboli o archetipi del potere che tutt’oggi desidera controllarci per mantenere tutto statico. Tutto ordinato fino a odiare letteralmente il disordine. Ma badate bene, il disordine come sosteneva Gregory Bateson non è altro che una percezione soggettiva. È ordine quello che io considero ordine. Ed è disordine quello che io considero un modo non ordinato di sistemare le cose. Questa percezione soggettiva, diventa
pericolosa nel caso del totalitarismo. Indigo ci suggerisce, quindi che siamo ancora sotto dittatura?
Si. In un certo senso il controllo delle notizie, delle informazioni, i mass media, libri musica tutto può essere strumento ed è cosi come ci racconta Jean Baudrillard e Murray Edelman nei loro saggi, coercizione.
Nel libro “ Come costruire lo spettacolo politico” del professor Edelman sono sintetizzati tutti i passaggi che rendono la protagonista Melissa una dormiente. E non si tratta di fantascienza ma di realtà
Cosa vietano questi dominatori alieni?
Non è il linguaggio né i libri. È la musica. E anche qui troviamo un’indicazione dell’attualità del tema sviluppato da Indigo. Ho sempre sostenuto e lo sostengo, che nonostante l’apparente libertà, l’apparente modernità della nostra adorata società, quel suo essere quasi spavalda e smaliziata, noi stiamo vivendo, per ironia della sorte, una nuova era vittoriana. C’è tutto. Apparente mobilità che è solo un velo con cui mascherare una certa stagnazione dei contenuti etici e sociali, un’apparente libertinaggio dei costumi che è solo una maschera con cui nascondere la nostra frustrazione. In sostanza, nonostante la finta disinibizione per noi l’istinto, simboleggiato dalla musica è ritenuto pericoloso. E la musica in fondo, non è altro che la capacità di collegarsi con l’infinito, cosi come un tempo (lo racconta Shelley) era la poesia. La scienza ortodossa è il nostro mantra. La razionalità è la divinità di oggi.
Perché la musica?
perché essa è arte che veicola significati, emozioni, doti che mettono insieme i pezzi divisi della nostra essenza, che uniscono spirito e mente in un unico organo capace di riunire ciò che è scisso. Non a caso musica deriva dall'aggettivo greco μουσικός/mousikos, relativo alle Muse, e sappiamo come esse erano la rappresentazione del supremo ideale greco dell’arte. Intesa come sana follia, come intuito, come istinto come collegamento tra noi e il divino e quindi come Verità del tutto.
E infatti la musica è deleteria per chi è freddo, inanimato concentrato sulla finalità cosciente e sul potere fine a se stesso. Ma è capace di risvegliare la
coscienza assopita con la forza del suono. Fu Platone a sentenziare che la Musica dovesse arricchire l’animo, attribuendo a essa una funzione educativa.
Dietro alla passionale storia d’amore, scritto magistralmente con il giusto equilibrio tra poesia e tensione, il libro di Indigo Project è molto più di un romanzo fantascientifico. A cui sono felice di regalare cinque stelle piene.
Leggetevelo anche come monito: non permettete al poter di addormentare la vostra mente. Siamo perché pensiamo. E smettere di pensare equivale a una terribile perdita se non alla morte della nostra stessa umanità.

5 Stelle



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