martedì 16 ottobre 2018

* Recensione * "Non ti scordar di me" di Laura San Brunone

* Recensione *
"Non ti scordar di me"
di Laura SanBrunone






Sinossi:

Questo libro nasce durante l'ascolto di alcune tracce musicali del pianista e compositore Ludovico Einaudi. Note dopo note, l'autrice ha sentito la necessità viscerale di riportare le sensazioni provate durante l'ascolto, trasformandole in un racconto intrinseco di profonde emozioni e sfumature dell'anima di chi ama senza limiti, alimentando questo sentimento fino all'esasperazione. Per cogliere a pieno tutte le sfaccettature, immergendosi nelle stimolanti sensazioni che hanno ispirato l'autrice, si consiglia l'ascolto di alcuni dei suoi brani durante la lettura. A ogni capitolo si suggerisce un brano musicale del maestro Einaudi come sottofondo, completando così quest'esperienza.


Recensione:

Il libro che andiamo ad esaminare oggi si intitola “Non ti scordar di me” di Laura San Brunone. La trama ci parla di un amore nato dai tempi dell’adolescenza, un amore in cui i protagonisti crescono insieme e che trova il suo giusto epilogo e coronamento in una proposta di matrimonio. Ma è proprio da questo momento che iniziano i problemi. Megan e Kevin si completano, fanno lavori similari e portano avanti un progetto professionale insieme. La nostra protagonista è caratterialmente insicura, e nella sua introspezione leggiamo una costante ricerca di considerazione da parte delle persone che la circondano. Kevin invece è un uomo forte, che sa quello che vuole e sa come muoversi per ottenerlo. Sono due opposti che si attraggono.



Nella sinossi del link di acquisto c’è scritto che questo libro è nato dalle sensazioni provate dall’autrice, durante l’ascolto dei brani di Ludovico Einaudi. Devo dire che all’inizio ho trovato la scrittura molto raffinata, soprattutto nel momento della proposta di matrimonio. Sono rimasta colpita e mi ha veramente emozionato. Anche la descrizione dei nonni materni e paterni è delicata e molto originale, ma da lì in poi, il racconto, a mio avviso, può risultare un po’ piatto e confusionario. Megan è altalenante con le sue emozioni: un momento è euforica e felice per quella vita che l’aspetta, insieme all’uomo della sua vita; l’attimo dopo si chiede se abbia combinato qualcosa di buono e se, per questo, i nonni potrebbero essere orgogliosi di lei. Anche Kevin, in alcuni punti, è sembrato incoerente: non ho ben capito il cambio di umore avuto in un’occasione specifica e non ho neanche capito quel suo assentarsi da casa per parecchie ore serali, in un altro punto. E quando rientra, Megan non gli chiede dov’è stato. L’autrice non si sofferma a spiegare bene gli avvenimenti, vengono semplicemente dati per scontati. Non è un romanzo rosa, si avvicina di più ad un noir per lo sviluppo che la trama prende e questa è l’unica cosa che mi ha colpito: il fatto che ti aspetti una cosa, quando poi ne succede un’altra. La trama è narrata, in prima persona, dal punto di vista della protagonista e, come dico sempre, è un modo per entrare in sintonia con lei. Altre figure di spicco sono le amiche di Megan, Helen e Carole, che sembrano marginali, ma che in realtà hanno il loro peso in questa storia.

Carole, in particolare, è colei che metterà in discussione la sicurezza affettiva della nostra protagonista. Ma sarà vero? Qui ho trovato altra confusione, soprattutto nella scrittura, nel modo di descrivere gli eventi…e tanta, troppa fretta nel chiudere la storia. Certo devo dire che il finale è inaspettato…ma, per me, c’è un grosso ma…

Purtroppo anche in questo libro, come ormai capita sempre più spesso, ci sono errori, un paio di refusi, ma anche errori di coniugazione verbi.


“…Entrarono i facchini e iniziando a raccogliere gli scatoloni che avevo preparato all’entrata, altri si dirigono verso 
la credenza quasi del tutto smontata.”



“Ho chiesto alla commessa di mostrarmi il modello che avevo visto in vetrina. Mi ha chiesto la misura e le ho detto che andava bene la più piccola che avevano. A quel punto la vidi abbassare lo sguardo sulla mia pancia, con discrezione e piuttosto perplessa.”



“Lei mi sorride, annuisce e va a prendere la tutina, quando la presi tra le mani, così morbida e soffice, sentii una stretta al cuore. Ho immaginato una piccola creatura dentro a quel dolcissimo vestitino.”



“Ci rinunciai, decisi di tornare su. Vidi un po’ di luce in alto, un puntino tra le rampe di scale.
Allora tornai su, ma il puntino rimaneva piccolo, non riuscivo a risalire. L’aria iniziava a mancare, non potevo tornare su, non riuscivo ad arrivare…Era lontano…Avevo dolore…avevo paura…ero sola…Devo dormire!
Domani devo assolutamente lavorare al progetto. Ho provato la tisana, ho provato il bagno caldo, nulla allontana quella scena dalla mia mente.”




E potrei fare almeno altri tre o quattro esempi…

Questi errori, purtroppo spezzano la fluidità della frase, costringono il lettore a tornare indietro e a rileggere le righe per una buona comprensione del testo. Mi dispiace perché la trama è originale e credo che se letto durante l’ascolto dei brani suggeriti dall’autrice, sono sicura che diventerebbe ancora più efficace entrare nella storia. Così però non si può proprio.



3 Stelle


Recensione a cura di Alissia Marv

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