1.
Com'è nata l'idea del tuo libro? Da cosa hai
preso spunto per strutturare la trama?
La trama è nata da un gioco di ruolo. Sono una
roleplayer e ogni tanto mi diverto inventare storie e Arrenditi all’amore è
nata dall’ idea di una role che volevo fare con una mia amica. Ovviamente la
role è andata totalmente in modo diverso ma mi ha dato lo spunto per questo
romanzo.
2.
Parlaci un pò dei personaggi. Come sono nati e
se c'è uno preferito o che ti rappresenta di più
I personaggi sono spunto da un gruppo musicale
di kpop che ascolto, almeno in parte perché ho modificato parecchio i loro
caratteri in base allo svolgimento della storia. Il mio preferito in assoluto,
anche se non ha un ruolo principale nella storia è Kevin, è quello che in
assoluto mi rappresenta di più: dolce e sensibile che aiuta gli amici anche
quando sa che fanno qualcosa di sbagliato, e perché offre una spalla su cui
piangere e appoggiarsi.
3.
Quanto di te c'è nel libro? È solo un’opera di
fantasia o scaturisce da emozioni o esperienze personali?
Esperienze personali no, ma di me c’è molto,
come in ogni libro che scrivo. L’emozioni che vivo sono sempre tante e spesso
mi lascio trasportare da esse mentre scrivo perdendomi alcune volte, ma la
storia è totalmente di pura fantasia, i personaggi sono inventati così come le
vicende che accadono.
4.
Che tipo di letture ti hanno influenzato e
quelle libro ti rappresenta di più?
Di libri ne ho letti tantissimi, ho iniziato a
leggere che ero piccola, trovavo in essi un rifugio dalla realtà e quindi preferivo
chiudermi nella mia stanza a leggere e fantasticare.
Non so dire con precisione un libro che mi
rappresenta perché ogni lettura è diversa e ti lascia qualcosa e un
insegnamento. Da ogni libro si può sempre imparare qualcosa.
5.
Qual è secondo te il segreto per scrivere bei
libri?
Non so se c’è un segreto vero e proprio, penso che quello
che conta è scrivere con il cuore, lasciarsi andare alle emozioni e non pensare
a nient’altro. Forse può essere un pensiero sbagliato e veramente c’è un
segreto per scrivere un buon libro e che io ancora non conosco, ma per ora
questo è il mio pensiero seppur forse sbagliato.
6.
Quanto conta la struttura narrativa nel tuo romanzo
ossia la sintassi, la grammatica lo
stile e la leggerezza
Sono punti fondamentali in ogni romanzo, soprattutto lo
stile e la leggerezza. Ognuno ha il proprio stile ed è importante valorizzarlo
senza cercare di copiare lo stile di altri scrittori e restare il più leggero e
semplice possibile, per arrivare così al cuore delle persone, credo che un buon
scrittore possa esserlo anche senza usare per forza paroloni complicati e forme
troppo “teatrali” nelle descrizioni, ma questo è il mio parere che può anche
essere sbagliato, però preferisco i libri scritto in modo semplice, come si
dice “parla come mangi” o meglio “scrivi come parli” e non usare paroloni o
gerghi troppo appariscenti perché non significa che fanno di te un vero
scrittore.
7. C’è un libro
a cui sei particolarmente legata?
Dei miei sì, uno
che deve ancora uscire perché ho messo moltissimo di me, anzi la protagonista è
come vorrei essere io.
Che ho letto
invece è Il Delfino di Sergio Bambaren, è stato il primo libro che ho letto e
che mi ha insegnato che essere un sognatore è il dono più bello che si possa
avere, non è sbagliato o folle essere un sognatore ma un dono speciale che
molti crescendo perdono.
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