Il libro di cui vi parlo oggi
è “La Grande Fuga” di Susan Elizabeth Phillips.
È la storia di Lucy Jorik
trentunenne figlia adottiva dell’ex presidentessa degli Stati Uniti d’America.
La trama inizia proprio dal giorno delle presunte nozze di Lucy con Ted
Beaudine. Presunte perché la ragazza fugge e lascia il suo sposo all’altare.
Ted è un uomo esemplare, calmo, pragmatico, come Lucy, una figlia perfetta
senza grilli per la testa. Adottata all’età di quattordici anni è stata
un’adolescente modello, una ragazza che si è assunta la responsabilità di
crescere sua sorella e i suoi fratellastri mentre i genitori erano in giro per
il paese per lavoro. Una figlia davvero irreprensibile che quel giorno va nel
pallone e fugge togliendosi l’abito da sposa e infilandosi una tunica trovata
in sacrestia. Riesce ad eludere i giornalisti e le guardie del corpo appostate
fuori della chiesa e si nasconde nei vicoli delle case vicine. Viene avvicinata
da un motociclista che riconosce come amico di Ted. Inizia così un viaggio on
the road che li porterà a vivere a stretto contatto e a far sì che si sprigioni
tra loro una potente attrazione fisica. Passano quindici giorni in una piccola
casa in riva al lago Caddo e la diffidenza che lei provava nei suoi confronti
inizia a sciogliersi. Passano una notte di sesso selvaggio, viscerale, senza
carezze, senza tenerezza, senza baci. Il sesso animalesco di cui lei in quel
momento aveva bisogno. Il giorno seguente Panda (questo il nome con cui lui si
fa chiamare) l’accompagna all’aeroporto di Memphis e prima di andarsene le
lascia una busta e un bacio, un dolcissimo bacio carico di sentimenti. Quando
l’uomo si allontana e Lucy apre la busta, scopre che in realtà lui era una
guardia del corpo assoldata dai suoi genitori. Si sente tradita e delusa, ma si
aggrappa a quel bacio così pieno di significati. Dopo un attimo di esitazione
la parte testarda e determinata di sé fa capolino e decide di andare a
cercarlo. Durante la loro permanenza al lago Caddo Lucy aveva trovato un
biglietto del traghetto per residenti sull’isola di Charity Island nel
Michigan. Ed è lì che si reca, dopo aver cambiato aspetto, tagliandosi i
capelli, scurendoli, applicandoci delle ciocche colorate e vestendo come
un’adolescente ribelle. Ed è proprio su quell’isola che la trama si sviluppa.
Non conoscevo questa scrittrice, ma adesso posso dire che l’adoro. La
trama non è proprio originale, la figlia del presidente (o in questo caso
variazione sul tema perché c’è una presidentessa) che si innamora della sua
guardia del corpo. Ha però avuto la capacità di inserire degli intrecci che
sembrano fare da contorno alla storia, ma che in realtà sono una parte
fondamentale della trama. Appena ho finito di leggere l’ultima parola mi è
venuta in mente la canzone di Max Pezzali “Anime Sbagliate”. Perché loro sono
due anime sbagliate con il medesimo bagaglio umano, solo che lei ha avuto la
fortuna di essere adottata insieme a sua sorella, mentre lui ha dovuto
assistere al funerale di suo fratello perché non è stato in grado di badare a
sé stesso e di conseguenza nemmeno a lui. Per lui c’è anche l’aggravante delle
guerre essendo stato d’istanza a Kandahar e Falluja ed essendo tornato con il
Disturbo da Stress Post Traumatico. Ma le loro anime, a differenza della
canzone, si aggiustano con l’amore, un amore profondo e forte che si rivela
subito, ma che lui rifugge con tutte le forze per paura di farle male. Mi è
piaciuta la determinazione di Lucy che non si è arresa nemmeno quando lui le ha
detto in faccia di non amarla. Ho amato lui, così virile e così fragile allo
stesso tempo. La storia scorre, scorre, scorre, non riuscivo a staccarmi dalle
pagine. Ho vissuto con loro la confusione, i battiti del cuore, le incertezze.
La scrittura è fluida e vista dal doppio P.O.V. narrato però in terza persona. Che
dire, più di cinque stelle non sono ammesse, ma se fosse per me ne varrebbe
anche otto. Bello, bellissimo. Consigliato? Forse
Alissia
5/5
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