lunedì 16 gennaio 2017

Non privarmi dei tuoi occhi di Anna Pulinaro. A cura di Alessandra Micheli



Iniziamo a dire che il rosa è un genere specifico. Si occupa della sfera sentimentale, dei suoi intrecci, delle difficoltà che, spesso, gli amanti incontrano nel cammino che li porta a trovarsi. Quindi io in un rosa, cerco di leggerci questo. E come in ogni romanzo va anche esasperato il sentimentalismo seppur equilibrato con una discreta caratterizzazione psicologica dei personaggi affinché no si cada nella banalità degli stereotipi. Perchè l'amore non è fatto da idealtipi ma da concretezza anche se questa può essere esagerata e enfatizzata. Tutto il resto è il contorno al piatto principale, emozione, sentimento coinvolgimento. E questo c'è nel romanzo di Anna Pulinaro.
Ma mi ha stupito trovarci anche altro, un significato profondo del vivere che spesso manca nei rosa. Non è necessario, ma è un piacevole in più che dona una sostanza reale al libro. I sentimenti, infatti fanno parte della vita, del nostro percorso difficile attraverso la realizzazione di noi stessi. E l'amore, la passione, la ricerca a volte eterna dell'altra metà è qualcosa di più di una volontà di non essere soli è il bisogno profondo di trovare se stesso negli occhi dell'altro,. E la Pulinaro lo ha compreso e sintetizzato nel titolo del romanzo: Non privarmi dei tuoi occhi. Gli occhi definiti specchio dell'anima divengono specchio in cui troviamo quella parte spesso misconosciuta di noi, sede non solo di potenzialità inespresse ma anche un pozzo profondo in cui portare in superficie anche lati oscuri, vizi, imperfezioni, paure affinché non siano minacce ma diventino incentivi per crescere. Eh si miei cari. L'amore in fondo è crescita. Non esiste sentimento senza che questo produca un'evoluzione umana importante. E questo avviene solo quando ci troviamo a fare i conti con le debolezze. L'amore ama le debolezze. L'amore è un incontro di fragilità. E proprio questo è espresso dalla nostra autrice: anime ferite, pertanto fragili si abbracciano fino a formare un entità unica eppur distinta che affronta le impervie osticità che la vita, la nostra grande maestra ci pone di fronte.
Alice è una donna tormentata, una donna in cui molti di noi se fossero sincere con se stesse, si riconoscerebbero. Non l'ho trovata esagerata, ma quasi rassegnata e schiacciata dal dolore. Perde un punto di riferimento molto importante, soffre il confronto e le scelte inopportune di una madre che, come tante, in ogni epoca, cercano disperatamente di raccogliere i cocci di una relazione per il bene dei figli. Questo, ovviamente, crea nella protagonista un profondo senso di disagio, di smarrimento che, si concretizza nella ricerca di un appoggio sostitutivo. Ed ecco che la Pulinaro, con grande delicatezza ci presenta il prototipo di una donna che è soggetta a pericoli. Perchè proprio la ricerca di stabilità, il sogno di essere amata unito a ferite profonde ci rende, purtroppo, soggetti da circuire, prede del lupo di turno. Del mostro nascosto sotto sembianze soavi. La bella alice è la cappuccetto rosso, simbolo della pericolosità dell'inconsapevolezza di se. E alice deve reimparare a crescere. Se vuole salvarsi. La vita tranquilla, quasi assuefatta al dolore subisce una svolta decisiva quando, i demoni del suo passato riemergono e li si pongono davanti per poter essere sconfitti, una volta per tutte. E si assiste al meraviglioso sviluppo di una ragazzina, piena di dolore e spaventata che, attraverso le iniziazioni della vita ( simboboleggiate dall'eterno ciclo di Kore, vita morte rinascita,) diventa una donna. Una donna che trova il fuoco dentro di se e con questo nono si ferisce ma brucia ciò che deve essere ridotto in cenere e lo usa per riscaldarsi. E' il fuoco della rabbia del non ci sto che è il combustibile che ci fa alzare la testa e puntare i piedi. Anche nell'amore. Anche nelle liti che si assistono nel romanzo e che sono i necessari confini affinchè si diventi un unità formata da singoli. Perchè non esiste il due sena l'uno. Essere un unità formata dai singoli significa trovare una resistenza maggiore verso quegli ostacoli che si incontrano. Un legno si spezza. Due legni assieme no. Ed è questo il vero segreto dell'amore.
E ce né un altro. La Pulinaro raccontando in modo vivido e partecipe il dramma della violenza di spinge a dire no. E distingue tra amore e protezione e possesso che oscura il senso di se. Ed è importante specificarlo in un libro. E' fondamentale perchè un libro giunge laddove i saggi, le TV nn possono nel cuore delle ragazze. Ecco spiegato il mio amore per Alice. Perchè dice no e si difende. E fidatevi oggi, con tutto l'orrore che possiamo vedere, è di fondamentale importanza sentirsi non più vittime ma riuscire ad agire. Tu mi hai reso vittima con il tuo amore malato ma io non lo sono. Non mi ci sento e non lo sarà mai. E alice imparare a distinguere il bene dal male e l'amore dall'oscurità. Con una parola sola: sei malato e devi curarti. E' una frase di una potenza spaventosamente bella. Semplice ma fondamentale. Ditela sempre. Non giustificate mai.
Altro punto che vorrei analizzare. Molte eroine rosa sono da me contestate perchè irreali. Alice non lo è. Non confondete la fragilità da ottocento con un senso si spossatezza, do stanchezza di una donna portata la limite. Perchè chi arriva nel fondo di se può reagire e risalire. Ed è una differenza abissale descrivere, in un libro di svago, come il romance questo importante percorso. Ce lo ricorda e ci rassicura che ogni strada per questo dissestata ha una luce in fondo. Che sia l'amore o il destino come nel caso di Alice o sia la speranza. E l'amore può essere quella speranza appunto perchè è vita.


Un romanzo apparentemente semplice ma con una bellissima anima sfaccettata, scorrevole leggero ma non superficiale è l'esempio di come il romance può avere una impareggiabile attenzione non solo all'evoluzione di una storia d'amore ma può vibrare anche di significati, di profondità psicologica senza essere relegato nel mondo del diletto ma calato in un reale da cui tendiamo a sfuggire in inutili voli pindarici. Perchè se non c'è realtà ci resta soltanto una serie di frasi scritte magari anche in un buon italiano ma profondamente vuote e senza senso. Brava. Davvero un libro consiglaito. Leggetelo e non ne sarete delusi

5 Stelle


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