SINOSSI
Bevagna, nella tranquillità apparente della piana umbra, dove il Lago Aiso si incastona tra i campi, la vita di Fedro Soli, un trentenne di Parma, proprio non va: il lavoro, l'aspirazione, i litigi con la moglie Amalia e la paternità non voluta. Ma nulla è come crede.
In pochi giorni Fedro passerà attraverso una scomparsa, un omicidio, antichi tomi di alchimia, personaggi coloriti e una mescolanza di religioni fino ad affrontare l’Ordine degli Adepti e il suo scopo finale. Invischiato, senza poter scegliere, in forze oniriche ed ermetiche, nella potenza dell’amore e del fascino esotico. Ma disperazione infonderà coraggio e istintività provocandolo affinché concluda il percorso di metamorfosi e abbia la sua personale, al contempo dolorosa, rivelazione.
Anche per il lettore dell’Altare dell’Abisso nulla sarà come sembra, sballottato tra bugie e verità, colpi di scena e ribaltamenti, finta stasi e strappi improvvisi, archeologia indigena e futuro universale. Il mix deflagrante che rende questo mystery thriller un romanzo d’assaporare fino all’ultima sillaba.
“Mutamento, fuoco che non brucia né distrugge, putrefarà, corromperà, genererà e perfezionerà. Nero tramuterà in bianco prima, in giallo poi e partorirà rosso. Fuoco umido di quattro colori, le fiamme che compiranno l’Opera.”
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RECENSIONE
Nel momento in cui ho iniziato la lettura di
questo libro mi sono trovata spaesata. E non perché parla di alchimia, visto
che io stessa da anni, ne faccio oggetto delle mie ricerche. quanto perché è la
prima volta che, un romanzo, affronta questa antica scienza in una maniera
professionale. Gli altri l’accennano, la usano come simbolo ma non
approfondiscono, coscienti che, parlarne non è semplice senza cadere nell’atteggiamento
new age. al contrario, chi la rende fruibile per il grande pubblico, ne svaluta
la portata ontologica.
Nascosto tra le pieghe di un libro di narrativa
contemporanea, con sfaccettature del mistery classico, l’altare dell’abisso è
un libro di tutti ma non per tutti.
Mi spiego.
un testo, seppur profondo, fa della narrazione
intinta di emozionalità o tensione il suo marchio di garanzia. anche i più
colti libri non fanno eccezione. Leggere Svevo, Oscar Wilde, o la mia amata Austen,
significa calarsi in un mondo ordinario si ma colorato dall’immaginario creato
dalla perfetta penna dello scrittore, con descrizioni che, fanno si che la
realtà sia quasi irreale. Ma fondamentalmente, anche i più intricati giri
filosofici (pensare a Paulo Cohelo) sono immediati e cosi umani, che il lettore
se ne riconosce.
Qua invece, si assiste a una costruzione molto più
profonda, non immediata che fa del simbolo e dell’archetipo il suo stile
predominante. prima dell’altare dell’abisso c’era soltanto, “le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz, splendido e poetico
manifesto rosacruciano. e proprio per questa sua paternità, contiene non tanto
il linguaggio classico del romanzo, piuttosto un certo liricismo ritmato. tanto
che a una seconda rilettura ne potevo quasi assorbire il suono.
Analizzarlo non sarà facile ma ci proverò,
chiamando a raduno tutte le mie misere conoscenze.
Innanzitutto vorrei raccontare qualcosa a
proposito del genere. Il frontespizio del testo recita che il genere appartiene
al mistery thriller. E non al thriller esoterico. Questo perché,
effettivamente, Antegiovanni ha abilmente creato una sorta di baule a doppio
fondo, lo stesso che Humpty Dumpty spiegò all’ignara alice.
È come un baule, capisci, ci sono due
significati imballati dentro a un'unica parola».
Cosa
significa? Non potevo definirlo mescolanza di generi? Assolutamente no. Questo
libro è un caso totalmente diverso. La mescolanza di generi presuppone un
tentativo, a volte difficile, a volte favoloso di sovrapporre i generi realizzando
un mosaico laddove gli stessi possano plasmare una forma nuova. Il baule a
doppio fondo è invece un abile tentativo di mascherare i significati in modo
tale che apparentemente il lettore crede di leggere un genere ma qualcosa, un
indizio, una frase, un significato lo dirigono in un altro contesto narrativo.
In questo caso il mistery, e persino l’esoterismo, la tensione del thriller
nascondono un tentativo di creare un testo di narrativa contemporanea che possa
toccare vari argomenti, dall’economia no global, al significato di amore, di
sacrificio e perché no una sottile ma implacabile critica alla società dei
nuovi borghesi. Uno stile mirabile che molto deve ai lavori di Flaubert e di
Balzac.
Ciononostante il mistery è il genere che più di
ogni altro accoglierà la totale attenzione del lettore. Perché ha una forza
completamente distante dal thriller da cui prende in prestito la tensione ma
non l’elemento folle e orrorifico. il mistery, infatti, è un sottogenere del
giallo e in senso molto stretto consiste in storie in cui i personaggi, tentano
di carpire un’informazione vitale tenuta nascosta fino al punto culminante.
Spesso sinonimo di narrativa poliziesca ha tuttavia una sua peculiare anima
che, ovviamente spesso si accompagna proprio al tema esoterico, ossia unisce la
ricerca di verità eterne e oscure oltre all’identificazione di un colpevole
Anzi, il colpevole è chi usa queste arcane conoscenze per fini diversi da
quelli di mera evoluzione di specie. O
spirituale.
E nel libro di Antegiovanni ci si trova davanti a
un mistery di tutto rispetto che fonde tutti gli elementi in un elegante e
pomposa ricostruzione scenica di un dramma che va a sfociare nel classico
dramma umano, conseguente alla violazione di un patto. Un patto che non è
soltanto relativo alla società, che nel testo viene tradita sia per cupidigia
da chi detiene i canali della comunicazione e il potere economico, ma anche di
quel rapporto di fiducia e rispetto nei confronti di altre culture, di un amore
imputridito dal possesso e dalla volontà di perpetuare un certo ethos sociale
considerato l’unico accessibile per la sopravvivenza del mondo. questi tutti i
protagonisti difendo questo mondo basato sull’inganno, sulla sopraffazione,
sulla classica legge della giungla dove il più furbo, il più forte sottomette
coloro che considera inferiori. E quest’inferiorità è quasi un marchio di
colpevolezza, come se lo sforzo effettuato per scalare i punti chiave di questa
società piramidale non sia stato abbastanza sentito. non si accettano le
persone diverse, quelle che vogliono semplicemente vivere in armonia con sé
stessi. tutto p mirato al potere, alla rilevanza sociale, al mantenimento dello
status quò, attraverso il tramandare di una casta quasi divina di nuovi, tecnologici
tiranni.
tutto questo a scapito di valori etici. Sembra
quasi di assistere al Dramma creato dalla scuola economica di Chicago. Di cosa
si tratta? sostanzialmente di un neo liberismo che fa del sacrificio di molti (i
cittadini) la forza di pochi ( oligarchici) attraverso riforme che hanno come ragione
d’esistere la privatizzazione anche di bisogni sociali primari. Acqua,
pensioni, sanità, lavoro, viene tutto impiegato per l’accrescimento di banche e
grandi marchi. A tal scopo si ricorre anche all’intervento statale massicci (
leggi tirannide).
e uno dei protagonisti, Ascanio Bonaccolsi non è
altro che un moderno signore feudale. Un signore che, per i suoi personali
egoistici intenti domina, comanda, modella un’intera comunità. non molto
differente da un signore medievale come i Trevencal.
Cosa centra questa tirannide con l’esoterismo?
tutto. Anzi oserei dire che sono terribilmente
interconnessi. Perché l’esoterismo, quella branca di scienze culminanti
nell’alchimia, non erano altro che il modo in cui l’eletto si liberava dalle
catene della mortalità, e con mortalità non intendo soltanto vizi e tentazioni
umane ma tutto ciò connesso con la natura umana, comprese la pastoie della
religione, i dettami della società dell’epoca, i suoi valori e il dominante di
turno.
Non a caso i movimenti esoterici si sono sempre
accostati alle grandi rivoluzioni; basta pensare alla crociata rosacruciana
contro la chiesa cattolica, o la massoneria contro la dominazione austriaca e
contro le decisioni del congresso di Vienna. O ancor più la massoneria che
portò la caduta della dinastia francese dei Borbone, tramite la rivoluzione
francese.
L’esoterismo è il diverso modo con cui la mente si
libera dalla visuale considerata lecita, per immaginare e proiettarsi in un
futuro diverso. Non sempre migliore forse, poiché spesso si cambia padrone più
che società. Ma sicuramente l’evoluzione umana, quella vera, quella sognata dai
grandi alchimisti non può non avere come rimedio i mali del mondo: povertà
ingiustizia, vantaggi sociali. Un uomo rinato ha e deve acquisire un visuale
più vicina all’idea di M’aat egizio. E cos’ìera questo M’aat se non la
rivisitazione poetica dell’ideale di Rosseau? La volontà generale, non era
diversa dal concetto di ordine cosmico. Secondo voi è una forzatura?
Miei cari, M’aat non era solo una bellissima Dea.
Era un concetto che racchiudeva i temi della verità, dell’equilibrio,
dell’ordine, dell’armonia, della legge, della moralità e della giustizia.
Baluardo contro il caos rappresentato da Seth, tale archetipo dava organizzazione
alla disposizione naturale di costellazioni, delle stagioni nonché delle azioni
umane. Pertanto come garante dell’ordine pubblico era parte integrante della società
non a beneficio di pochi ma dell’intera compagine sociale. E come tale doveva
occuparsi delle relazioni tra le parti, spesso dissonanti che componevano la sostanza
della realtà. dalle speculazioni religiose ai rapporti equi onesti e basati sulla
fiducia tra gli uomini.
Maat è il bene e il suo valore è duraturo. Non è stata
disturbata sin dal giorno del Suo Creatore, mentre chi trasgredisce le sue
disposizioni è punito. Come un cammino, si trova anche di fronte a chi non sa
nulla. Il misfatto non si è spinto fino alla [sua] porta. È pur vero che il male può portare ricchezza, ma la forza della
verità è ciò che dura. >
Jean Jaques
Rosseau, quando parlava di volontà generale, la identificava come una verità
esistente in ogni uomo, che esula la percezione dello stesso. Il compito di
ogni individuo è scoprirla, ricercarla e seguirla fino in fondo una volta
interiorizzata. La volontà generale da
parte del cittadino, gli permette di liberarsi da ogni vincolo causato da
considerazioni privata, da interessi, dalle preferenze, dai pregiudizi
individuali e collettivi che possono causare la cecità umana di fronte al bene
comune. Partendo da ogni singolo essa deve essere applicata in modo egualitario
a ogni strato della popolazione. La
volontà generale diventa una questione di ordine, di moralità, di giustizia
fino alla cancellazione totale di ogni forma di egoismo e individualismo per
raggiungere ( udite, udite) l’armonia.
Sono così differenti?
Ecco l’uso dell’alchimia nel testo ha una sua
specifica motivazione, atta a reiterare il significato costruttivista del
testo. L’alchimia infatti, è una scienza (sconvolti?) il cui fine primo era
trasformare il piombo in oro. Ma il vero esoterico motivo per cui gli
alchimisti passavano la vita nei fumosi laboratori era non tanto per
conquistare ricchezze ma per epurare da ogni scoria negativa l’anima umana
perché potesse riscoprire la sua natura interna, intima di essere divino. Pertanto,
gli scritti alchemici sono altamente simbolici, criptici poiché la loro ricerca
psicologico- spirituale era a rischio di eresia. La pietra filosofale, finte di
guarigioni, e di eterna vita ( una metafora della più antica leggenda del Graal)
simboleggiava il tentativo di arrivare alla perfezione superando i confini
dell’esistenza. E per fare ciò, doveva attraversare diversi stati fisici e
spirituali: la nigredo ( distruzione) albero ( purificazione) e rubedo ( rinascita
e perfezione). Interessante è notare come le fasi della Grande opera si
ritrovino anche negli studi psicologici di Jung di Adler e di molti altri
autori. Ma non voglio dilungarmi su questo.
Dei tanti testi misteriosi che hanno raccontato
con allegorie i misteri dell’opera il nostro autore cita uno dei più misteriosi
e interessanti: il mutus liber uscito nel 1677 a la rochelle
Mutus liber,
in quo tamen tota Philosophia hermetica, figuris hieroglyphicis depingitur, ter
optimo maximo Deo misericordi consecratus, solisque filiis artis dedicatus,
authore cuius nomen est Altus.
(Latino: "Il Libro Muto, nel quale
l'intera filosofia ermetica viene rappresentata in figure geroglifiche,
consacrato al tre volte massimo ottimo Dio misericordioso, e dedicato ai soli figli
dell'Arte, da un autore il cui nome è Altus").
La caratteristiche che lo ha reso cosi bramato e
cosi criptico non è nel linguaggio ricco di frasi e di metafore ( come le dimore
filosofali di Fulcanelli)o l’ambigua identità dell’autore, ,ma è la quasi totale
assenza di ogni testo di accompagnamento. Fatta eccezione del frontespizio in
latino sopracitato e un bravissimo paragrafo intitolato Au lector, il motto latino
Lege, Lege,
Lege, Relege, Labora et Invenies ovvero Prega, leggi, leggi, leggi, rileggi, lavora e troverai
E un altro
motto
oculatus abis ( provvisto di occhi vai)
Il testo si
affida al simbolismo di ben 125 tavole illustrate. Tra l’altro bellissime.
Per quanto riguarda la paternità dell’opera essa è
frutto di molte supposizioni. Quello che mi interessa sottolineare e che ci
riporta al testo in analisi è il nome del fantomatico alchimista “altus”
In latino altus ha il significato alto o
profondo. e il titolo del testo recita proprio
l’altare dell’abisso. E abisso ( dal latino abyssus) significa proprio profondo,
profondità senza limite, voragine senza fondo. E identifica in senso esoterico
quel pozzo di conoscenze antiche ( la tradizione sacra) che molti folli,
tentano, ognuno con la loro motivazione di riportare in superficie. E spesso
l’esistenza di questo filo rosso dell’eresia è anche simboleggiato da fonti
acquifere che strabordano o esondano invadendo i terreni aridi di un paesaggio
bucolico. Capirete solo leggendo il motivo di questa mia frase.
Pertanto il titolo richiama proprio il concetto
che il mutus liber, cosi come altri testi ermetico alchimistici (Mircea Eliade,
Canseliet, Ranque, Lanci e perfino Sant’Agostino)
tentano di restituire ai degni: solo rimestando nel profondo ( abisso) si può
riportare alla luce la vera conoscenza del vero ordine cosmico e umano:
l’Altare appunto. E l’altare non è altro che il fulcro su cui si compie o si dà
vita al rito religioso o al sacrificio (ossia rendere sacro qualcosa).
e il sacro stesso non è altro che quella capacità
che viene acquisita dall’uomo in grado di strutturare la coscienza disgregata
dell’uomo per riunirla con il cosmo, con la natura e con Dio
Tutti i concetti presenti nel libro ci riportano
allo stesso straordinario concetto:
Il sacro è
un elemento della struttura della
coscienza e non un momento della storia della coscienza. L'esperienza del sacro è indissolubilmente legata
allo sforzo compiuto dall'uomo per costruire un mondo che abbia un significato.
Le ierofanie e i simboli religiosi
costituiscono un linguaggio preriflessivo. Trattandosi di un linguaggio
specifico, sui generis,
esso necessita di un'ermeneutica propria
Mircea Eliade
Pertanto, riferendosi a ogni aspetto dell’uomo
deve per forza riferirsi non solo alla sua anima, al suo istinto, alla parte
più nascosta, ma anche alla società in cui esso stesso si trova a vivere.
con un linguaggio ritmato, armonico come una
musica jazz, il testo di Antegiovanni ha un valore etico
e sociale importante. non è soltanto una lettura di evasione ma di riflessione
e di comprensione su quella strana e straordinaria creatura chiamata uomo.
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