SINOSSI
Marco ha solamente undici anni e da qualche anno ha perso Samuele, il fratello maggiore, morto per un tragico incidente avvenuto in casa. Da quel momento la sua vita è stata stravolta. Il rapporto tra i genitori si è incrinato, non si amano più e rimangono insieme solamente per il suo bene. Sua madre è fredda, soffre di depressione, suo padre parla poco e rientra a casa sempre stanco dal lavoro.La sua vita cambia nuovamente quando sua madre viene assunta come cameriera in un ristorante del centro.I genitori decidono, nelle ore in cui sono impegnati a lavorare, di affi darlo al nonno paterno, con il quale i rapporti non sono idilliaci.L’anziano uomo si affezionerà al nipote e, grazie anche alla passione per i libri che riuscirà a trasmettergli, tra i due nascerà una forte empatia, un rapporto sincero e intenso.
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RECENSIONE
Pochi libri hanno un intensa carica emozionale che
spingono l’analisi verso altri livelli, distogliendo l’attenzione dal lato propriamente tecnico di un opera letteraria. Quando accade ci si trova di fronte a un
piccolo, raro gioiello che al di là della sistemazione semantica delle parole è
pervaso da un antica magia in grado di rendere le emozioni vive e palpabili.
Non è più una questione di stile, di tecniche
letterarie e di sintassi, ma di una bizzarra e occulta opera di creazione
alchemica che possa infondere al romanzo una sonorità flebile e lieve capace di
far vibrare le famose corde dell’anima.
E il nostro autore ci è riuscito. Commuove il
libro, immerge in atmosfera, seppur connotate da un dolore crudo e spesso senza
speranza, risulta al tempo stesso dotato di leggerezza ( non superficiale) e di
spessore etico. La leggerezza, tanto amata da Italo Calvino è una dote
rarissima nei libri. Si tratta della capacità o se vogliamo del dono, di
raccontare i lati oscuri dell’io quelli tenebrosi come la perdita, la
tristezza, la rabbia e il dolore senza che questo risulti soffocante, o
pauroso. Perché come ben ci racconta Herman Hesse è la paura del dolore a
renderlo cosi terrorizzante. Marco invece lo vive, lo beve fino in fondo, ogni
goccia dell’amaro calice, diventando si grande ma capace di capirne la portata
ontologica: quella di rendere la vita, gli attimi, gli istanti anche banali, semplici
quotidiani degni di essere non vissuti ma letteralmente assaporati. Non è soltanto
la storia di un bambino che incontra la vita, quella vera fatta di lacerazioni
e ferite, ma la capacità di non cedere del tutto alla distruzione, rimanendo in
fondo capace di sognare, di commuoversi per un libro, di bearsi del gusto
squisito di un cioccolato caldo, in un freddo giorno di novembre accanto a un
nonno sconosciuto e al tempo stesso cosi affine e empatico con il proprio io.
I sogni, seppur messi a dura prova dal lutto, un
lutto insensato, non distruggono quella voglia di sopravvivere che, per ironia della
sorte, è quella che ci fa vivere, che ci dona strumenti per aprire la porta del
male e viaggiarci dentro, in cerca di qualcosa che è sempre una: noi stessi.
ci si conosce, dunque, soltanto attraverso il
dolore? Anche e soprattutto. E’ la consapevolezza della caducità della vita,
dell’imprevisto, è la capacità di comprendere come non ci sia nulla di scontato
in questa strana avventura chiamata vita che ci fa cogliere i significati
profondi di ogni passo, di ogni nostro respiro e persino di ogni lacrima
versata. Il dolore è e resta una delle porta attraverso cui l’anima passa per
essere quasi lavorata e resa più autentica, modellata quasi da una mano dura ma
benevola per trovare l’essenza e il significato del proprio percorso. E’ nel
dolore che riscopriamo empatia, etica, valori e bellezza. E’ il dolore che
forse ci rende più ricettivi, più propensi a essere fluidi come un fiume
sopportando percorsi tortuosi, maree e stagnazioni.
Il libro ha un altro merito, oltre quello di
commuovere. Fa riscoprire il valore della letteratura. Con un libro il nostro protagonista
sogna, riesce a estraniarsi per poi tornare più ricco, più capace di
comprendere le innumerevoli sfaccettature del mondo. Amore, amicizia, sacrificio,
riscatto li impara lì in quei racconti eterni che hanno (spero per voi)
lastricato il percorso di ogni bambino e di ogni adolescente. Perché un libro
può e deve aprire la mente e essere la mappa che ci guida in un territorio
sconosciuto e spesso spaventoso che è l’esistenza umana.
Consiglio questo libro non per la struttura, il
lessico e la perfezione stilistica (che comunque lo pervade) ma per la
bellezza, la poeticità e il sentimento che esso riesce a ispirare. E credo che
in un momento difficile come il nostro, in una società quasi al limite della
corruzione e del degrado un’emozione sentita, vera e
intensa possa fare davvero la differenza. Leggetelo e lasciatevi
avvolgere. non abbiate paura di lasciare
l’impronta di una lacrima su quelle pagine incantevoli.
5 Stelle
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