RECENSIONE "UN DELITTO QUASI PERFETTO"
di
Sara Pelizzari
Il libro di cui vi parlo oggi
si intitola “Un delitto quasi perfetto” di Sara Pellizzari. Il libro tratta di
una storia di cronaca nera realmente accaduta, la storia della sparizione di un
imprenditore e di quella successiva di un operaio della sua fabbrica. La storia
è narrata dal punto di vista di Franco Vespucci un investigatore privato in
piena crisi matrimoniale, che per ritrovare se stesso e la sua tranquillità
interiore si reca proprio nel paese in cui sono accadute le due sparizioni.
Franco è stanco del suo lavoro pur amandolo molto, ma il fatto che non riesca a
staccarsi dai suoi casi neanche quando torna a casa da sua figlia e da sua
moglie, porta quast’ultima ad allontanarlo. In quel paese, a casa di amici,
Franco prende la decisione di lasciare il suo lavoro e dedicarsi alla
scrittura, passione in cui aveva già sperimentato la sua bravura anni addietro.
E decide di ricominciare scrivendo un libro su quell’operaio scomparso dopo il
suo datore.
Devo fare i complimenti
all’autrice perché si è cimentata nella stesura di un fatto di cronaca
realmente accaduta, parlandone con cognizione di causa, informandosi sui fatti
e riuscendo a rendere più umana la storia. Franco è una persona sensibile e
competente che ci fa conoscere attraverso gli occhi delle sorelle la figura di
quest’uomo di cinquant’anni che probabilmente si è trovato nel posto sbagliato
al momento sbagliato…forse…
Ogni attimo è unico e irripetibile, ogni istante
magico ed estenuante. Ognuno vive esperienze diverse, gioendo o soffrendo,
ridendo o piangendo … Siamo soliti dire che c’è chi è più fortunato e chi lo è
meno, chi può condurre una vita agiata e chi invece si de-streggia tra mille
sacrifici, quasi fosse un acrobata, solo per avere l’indispensabile per vivere.
Ma in fondo, chi può dire cosa è la fortuna …
La scrittura è fluida e
scorrevole. È un libro che si legge tutto d’un fiato, in poco tempo, che
cattura, che tiene incollato il lettore e che è incentrato a farci conoscere
l’umanità, l’umiltà, le sofferenze di Giuseppe Ghirardini, una persona
semplice, uno come tanti, un nostro vicino di casa. Mi è piaciuto molto. La
scrittrice è riuscita a farmi vedere il fatto da un’altra prospettiva, da una
prospettiva a cui non si pensa mai, soprattutto quando succedono queste cose.
Vedere la casa di Beppe, ripercorrere la strada che
per lui era abituale, immaginarlo mentre chiudeva il portoncino alle sue spalle
per andare in paese, oppure mentre curava i suoi cani nello spazio fuori casa
che aveva loro riservato, mi lega ancora
di più a lui e sono ancor più motivato nel cercare di rendergli giustizia nel
modo in cui posso farlo al meglio : raccontando
di lui, non per dovere di cronaca, ma per libera scelta, per far conoscere ciò
che per motivi di tempo, di audience e di spazio non viene detto … Ma che
racchiude un’importanza fondamentale …
4 stelle
Recensione a cura di Alissia Marv
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