mercoledì 21 giugno 2017

Recensione "DOVE VAI TU" di Benedetta Cipriano





SINOSSI

Keira

Sono stata tradita, illusa, umiliata.
Sono scappata.
Sono diventata un’anima, mille anime, mille corpi.
Mi sono confusa tra la gente, ho camuffato il mio dolore.
Sono il buio, sono la notte più nera e senza stelle.
Lui è la mia luce, la mia chiave d’accesso alla libertà.
Ma io non mi lascio ferire.
Io ferisco.


Dave

Lei stava scappando.
Io sono stato un complice inconsapevole della sua fuga.
L’ho rinnegata, l’ho detestata, demolita, abbattuta.
Ho provato a dimenticarla.
Ho fallito.
Ma adesso lei è qui, i suoi occhi puntati nei miei.
Mi guarda, mi sorride, mi uccide.
E io lo so, mi ferirà.



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RECENSIONE

Il libro di cui vi parlo oggi si intitola “Dove vai tu” di Benedetta Cipriano. È la storia di Dave e Keira che si conoscono per caso quando affrontano un viaggio in macchina insieme verso San Diego. Keira faceva l’autostop per fuggire dalla sua vecchia vita o meglio dal fallimento di essa, mentre Dave era diretto a San Diego per insegnare filosofia in un college. Il loro viaggio è abbastanza silenzioso, intervallato da alcune frasi di filosofi tra i quali Platone, espresse proprio da Dave. Ma quello è un momento che rimane impresso indelebile nella mente di entrambi. Passano quattro anni e i due ragazzi si incontrano di nuovo proprio in quel college perché Keira sceglie Platone per la sua tesi di laurea, dandogli una forte importanza ricordando quel viaggio…quando si era sentita abbandonata e tradita da tutta la sua famiglia…ma trovando un barlume di speranza nelle frasi citate da Dave. Inizia così un rapporto strano alunna/insegnante, amico/confidente, che non oltrepassa mai i confini. Dave è fidanzato da dieci anni ormai con Becca e Keira è ancora profondamente ferita e arrabbiata con suo padre e questo le fa vivere mille vite diverse dalla sua, dove si veste di maschere e vive di sconosciuti per cercare di alleviare le sue sofferenze.


È un libro intenso, un libro che lascia il segno…come dico a volte, è uno di quei libri che ti rimangono addosso per qualche giorno dopo che lo hai finito. La rabbia, la delusione, la sofferenza di Keira ti si cuciono addosso, le vivi, le senti, le percepisci.


“In quel momento, alzai gli occhi e mi guardai nella specchio dietro al bancone. Il rimmel era colato lungo le guance, eppure quel giorno non avevo optato per un look troppo aggressivo: solo un filo di trucco sul viso. Le lacrime scendevano ancora copiose e nere lungo i miei zigomi, fino a precipitare veloci verso la bocca. Erano lacrime tristi quanto la mia anima, ma almeno non erano incolori.”


È un libro che parla di sentimenti e di emozioni forti. Dave e Keira sono stati feriti entrambi dalla figura paterna e fino a che non riusciranno a perdonare, la loro vita non andrà avanti.

“L’immagine dell’uomo che avevo amato c’era ancora, da qualche parte, non si era dissolta nel nulla, come cenere nel vento. Nei pochi minuti della telefonata avevo avuto conferma che le parole nelle sue lettere non erano una finzione: l’amore che lo legava a me era reale, presente e vivo. E anche se non ero pronta a perdonarlo, né avevo alcuna intenzione di andare a trovarlo in carcere, la sua voce mi aveva ricordato l’importanza che avevo per lui e che non sempre l’amore si disintegrava di fronte alle difficoltà, anche quelle più grandi. Il mio affetto per lui era instabile e crepato, ma da qualche parte viveva ancora dentro di me.”



È una trama che tiene il lettore incollato alle pagine, supportata dal fatto che la scrittura è con il pov alternato di entrambi. La storia è ben strutturata e ad un certo punto ho anche temuto, ho avuto una stretta al cuore…ero pronta ad arrabbiarmi, invece la scrittrice non mi ha deluso. È stata molto brava a calibrare le vicende che si sono susseguite fino alla fine. Un libro che consiglio assolutamente. Complimenti all’autrice. Buona lettura.


5 stelle




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