giovedì 28 aprile 2016

Recensione "L'ECO DEL TUO RESPIRO" di Laura Bellini





BIOGRAFIA

Laura Bellini vive e lavora a San Piero in Bagno, un bellissimo paese dell’appenino Tosco-Romagnolo e qui, fra il verde della natura e un po’ di tempo libero, tesse le sue storie. Legge di tutto, spaziando fra i vari generi letterari e la stessa passione la mette nelle opere che scrive. Le sue precedenti pubblicazioni sono: “Il coraggio dell’amore” (2009), “Lontano da te” (2010), Ancora tu” (2010), “I disegni imprevedibili del destino” (2011) e “Il mondo dopo te” (2012) “Il gioco dei ricordi” (2013), “Quel nome portato dal vento” (2014), A-Mors (2015). L’eco del tuo respiro (2015)

Mi chiamo Laura e nasco trentaquattro anni fa in un paesino sperduto dell’Appennino Tosco-Romagnolo. Amo il luogo in cui vivo, la tranquillità e la sicurezza di conoscerci tutti per nome. Non ho mai ben capito quale ruolo avesse in mente la vita per me: ho studiato al liceo scientifico dove eccellevo nelle materie umanistiche per poi passare alla facoltà di psicologia. Studi che ho interrotto per l’arrivo del mio primo figlio e, con esso, come si trattasse di una gestazione, ho scoperto anche il mio amore per la scrittura. 
Mi definisco una scrittrice infaticabile, forse il blocco dello scrittore colpirà anche me, ma al momento dispongo di una fervida fantasia che mi ha permesso di finire, nel corso degli ultimi tre anni, ben quattro manoscritti.
Sono un’avida lettrice e quando dico avida non esagero. Riesco a leggere almeno 40 libri all’anno spaziando fra i vari generi letterari. A volte mi chiedo come riesco a fare tutto questo lavorando come estetista e occupandomi di due figli. La mia risposta è che quando una persona ama qualcosa riesce sempre a trovare tempo e modo per coltivarla.

Questa sono io, una donna che ha un sogno e che spera di poterlo realizzare: diventare una scrittrice.

SINOSSI

Maggio 1383 Aliénor Dumont è rassegnata a sposare Adam Moreau, ma l’incontro con il destino cambierà le sorti di un intero regno mettendo in gioco le vite delle persone a lei più care. C’è solo un modo per evitare che chi ama soccomba e Aliénor non esita a sacrificare se stessa pur di donare un futuro alla sua famiglia.
Diciotto anni più tardi Arwen, erede al trono, percorre la strada che dall’assolata capitale conduce al freddo nord, pronta a conoscere il suo promesso sposo per coronare il sogno del padre di vedere le famiglie Moreau e Dumont unirsi. Lungo la strada però, due occhi violetti le rapiscono il cuore. Ismael e Arwen, due cuori destinati ad appartenersi. Il loro amore però nasce sotto una cattiva stella. I due conoscono solo parte del passate del regno in cui vivono. Arwen è promessa al fratello di Ismael, loro erediteranno lo scettro che un tempo apparteneva a una famiglia scomparsa nella furia della guerra che ha devastato il regno anni prima della loro nascita. Una guerra scatenata dall’amore, l’unico sentimento in grado di cambiare le sorti di un intero popolo. E sarà l’amore a guidare le scelte dei due ragazzi. Essi si amano e si perdono, ma niente sarà in grado di minare il sentimento che li lega. La forza dell’amore travolge i giovani ragazzi innescando una lotta dall’esito incerto contro il destino.
In questo romanzo si racconta il coraggio di un amore che riesce a resistere alla vita, che abbatte ogni ostacolo pur di guadagnarsi il diritto a essere vissuto. Si narra il sacrificio, perché non c’è gesto di amore più grande.






Ismael e Arwen, due cuori destinati ad appartenersi. Il loro amore però nasce sotto una cattiva stella. I due conoscono solo parte del passate del regno in cui vivono. Arwen è promessa al fratello di Ismael, loro erediteranno lo scettro che un tempo apparteneva a una famiglia scomparsa nella furia della guerra che ha devastato il regno anni prima della loro nascita. Una guerra scatenata dall’amore, l’unico sentimento in grado di cambiare le sorti di un intero popolo. E sarà l’amore a guidare le scelte dei due ragazzi. Essi si amano e si perdono, ma niente sarà in grado di minare il sentimento che li lega.
Un amore tormentato e coraggioso che riesce a resistere agli ostacoli della vita, che abbatte ogni ostacolo pur di guadagnarsi il diritto a essere vissuto.

RECENSIONE

Il romanzo è ambientato nel 1383 ma non si riferisce a fatti realmente accaduti.
Quello che colpisce subito è l'abilità con cui la scrittrice descrive il contrasto tra i fasti della capitale e la rustica campagna all'apparenza più grezza ma libera ed incontaminata come i suoi paesaggi.
Tutto inizia con un amore improvviso e travolgente, sconveniente per l'epoca, che unisce due giovani e scatenerà una guerra......e per un'assurda beffa del destino quell'amore coinvolgerà anche due giovani nati proprio dalle rovine di quella guerra.
Un romanzo scorrevole nella lettura che cattura ed intriga  pagina dopo pagina, senza essere mai banale, ricco di colpi di scena .
Sono bellissimi i personaggi, ben definiti e mai scontati. Il giovane Ismael ha una profondità caratteriale che colpisce subito: porta su di se il peso di un amore incontrollabile  e responsabilità di fantasmi passati che imparerà a conoscere a poco a poco e che lo cambieranno nel profondo.
Ho sviluppato, però,  una particolare empatica col  personaggio della Principessa Arwen, prima giovane e avventata ribelle e poi donna matura e forgiata dalle avversità affrontate: non si può fare a meno di calarsi nel suo personaggio ed affrontare con lei i molti dolori che la vita le porrà davanti...e vederla trovare dentro di se la forza per rialzarsi sempre non può che essere un esempio positivo di come si debbono affrontare i dolori che la vita non risparmia mai a nessuno.
Arwen grazie alla sua forza d'animo  dovrà superare  il dolore più grande (la perdita di Ismael) cercando complicità col suo futuro marito, anche se non si amano, per fronteggiare gli zii e mettere sul trono un nuovo re.
Ha così inizio un intrigo di corte in cui gli zii usurpatori tenteranno di tutto pur di rendere inoffensivi i due reali; ma una forza a loro sconosciuta dal Nord verrà in soccorso dei due giovani  rovesciando completamente il loro piano.
Riusciranno alla fine Arwen ed Ismael ad essere felici?
Una lettura che consiglio vivamente!!!

di Alessia Municchi


ESTRATTI

«Cosa sta facendo, David? Prima bacia Robert in mezzo a tutti e ora balla con Ismael e…» Non finì la frase perché ad Abel i due ragazzi ricordavano troppo Aliénor e Arthur.
«Sta mostrando a tutti voi che potrà anche sposare Robert, ma il suo cuore resterà di Ismael»


«Posso chiederti chi è?» Domandò d’improvviso Robert sollevandosi sui gomiti.
«Chi è chi?» Rispose lei.
«Chi è il ragazzo che ti impedisce di essere mia»


«Devi amarlo molto» affermò lui ripensando ai momenti bui di Arwen, quelli durante i quali non toccava una briciola di cibo e non parlava con nessuno se non con le sue stesse lacrime.
«Sì, lo amo molto» ammise lei.
«E lui? Non contraccambia?»
«Contraccambia, ma la situazione è un po’ complicata.»
«Perché sei promessa a me.»
«Che strana coppia siamo! Entrambi innamorati di altre persone eppure uniti a causa di questi amori contrastati. Che ne sarà di noi due, Robert?»



Arwen sentì il cuore stringersi, se avesse potuto seguire il suo istinto, si sarebbe alzata e l’avrebbe abbracciato così forte da togliergli il respiro.
Le mancava. Nessuna notte con Robert avrebbe mai potuto sopperire la sua assenza o darle più piacere di quanto ne provava solo respirando l’odore di Ismael anche da lontano.


Si baciarono di nuovo, al chiaro di luna, sotto milioni di stelle luminose che erano piccole fiaccole a confronto dello splendore del loro amore. Non si resero conto dell’uomo che li aveva osservati tutto quel tempo, incapace di interrompere quel momento magico e allo stesso tempo impaziente di separarli.


«Potrai mai perdonarmi per le parole che ti ho detto, Arwen?»
Lei si sentiva tanto emozionata che le orecchie le ronzavano. Complice la luna, le figure degli amanti e il cielo stellato, il ragazzo pensò che non esistesse momento migliore per baciare quelle labbra socchiuse.
Arwen notò che lui armeggiava con qualcosa che teneva in tasca, gli prese la mano e vi trovò il ciondolo di ametista.
«Alla fine l’hai tenuto.»
Ismael poggiò la fronte sulla sua. «Non avrei mai potuto separarmi dal tuo cuore.»


«Non andartene» lo pregò la principessa ignorando la presenza di Abel.
«Devo» rispose con un sorriso amaro. «Ma quando l’inverno sarà finito tornerò.»
«Ismael» pronunciò quel nome sottovoce sfiorandogli la mano con le dita. «Io ti amo.»
Lui restò immobile con il cuore che sussultava nel suo petto, se le avesse risposto non sarebbe più stato in grado di lasciarla andare. D’altro canto non poteva non farlo, lui amava Arwen con tutto se stesso. Le strinse le mani e incurante della presenza del padre la attirò a sé per baciarla.
«Ti amo anche io, Arwen» ammise con la fronte poggiata alla sua. «Ti amo e ti prometto che tornerò.»



«Arwen, io capisco quanto forte possa essere il tuo sentimento per Ismael, ma sposerai Robert.»
«Siete stato voi, Lord Dumont, a dirmi poco fa che se aveste compreso i reali sentimenti di vostra sorella, avreste forse potuto salvarla. Perché allora non potete dare una possibilità a noi? Perché condannare i vostri figli a una vita che non li appagherà mai?»



Arwen pensava di svenire, il dolore che quella confessione le fece esplodere nel petto era insopportabile. Avrebbe preferito morire in quello stesso momento piuttosto che comprendere la portata di quella dichiarazione. Aveva il respiro corto e faticava a mettere a fuoco le immagini. Abel le si avvicinò toccandole un braccio che lei scansò in malo modo. Non sopportava la vicinanza di quell’uomo.



«Io lo amo con tutta me stessa, Abel. Lo amo tanto da poter rinunciare a lui se questo significa salvare la sua vita.»


Fecero l’amore finché il sole non comparve all’orizzonte a ricordare loro che era giunto il momento di separarsi. Non parlarono, si baciarono avidamente stretti in abbraccio che già sapeva di nostalgia e rimpianti. Erano consci che il destino, sadico e beffardo, li aveva fatti incontrare per poi allontanarli. Le loro vite avrebbero seguito strade diverse, non ci sarebbero più stati bivi in cui congiungersi. Avrebbero però portato con sé il ricordo di una notte che da sola valeva l’eternità.



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