venerdì 5 agosto 2016

Recensione "IL CACCIATORE DI LIBELLULE" di Giuliana Guzzon




BIOGRAFIA


Giuliana Guzzon è nata a Vercelli il 5 ottobre 1958. Trasferitasi per lavoro in Costa Azzurra vive a Menton, dove svolge la sua attività come agente di viaggio.
Una scuola d’arte, frequentata in età adulta, per progettare e costruire vetrate del ‘400, le ha permesso di realizzare le sue aspirazioni artistiche. Ama gli autori classici, il suo preferito è Foscolo, ma è appassionata anche di romanzi Noir e Thriller.
Si è avvicinata al pubblico nel 2003 iscrivendosi al sito “liberodiscrivere” con lo pseudonimo di Irisfairy e successivamente al sito “scritturafresca”. Scrive anche con lo pseudonimo di Sacrarmonia. Cura un blog dedicato all’arte delle vetrate. Si è distinta in numerosi concorsi di poesia aggiudicandosi premi e riconoscimenti.
La prima pubblicazione è uscita con Amazon.it, un self-publishing in ebook della Silloge poetica “Una rosa nera e la seta d'un verso per mantello”, di genere gotico.
2014 – 26 novembre ha pubblicato in cartaceo con Twins Edizioni per David And Matthaus edizioni silloge poetica “Sussulta delirante il mio intimo di donna” distribuzione Feltrinelli e RCS libri (Mondadori).
In ambito letterario si occupa, contemporaneamente alla scrittura, di recensioni e presentazioni, pubblicate nei suoi due blog personali e negli store di vendita: http://giulianaguzzon.altervista.org/  e http://artevetro-giulia.blogspot.com/ per alcune case editrici.

Il cacciatore di libellule è il suo primo romanzo di genere thriller. I suoi racconti sono presenti nelle antologie «Le favole della buonanotte» della DARK ZONE.



SINOSSI


Gabriel Larsen è un antropologo molto legato al suo lavoro.
Nella sua Firenze continua a tormentarsi sui reperti rinvenuti in uno scavo effettuato in Africa.
Sente di dover dare una spiegazione a ciò che sembra apparentemente inspiegabile.
La scoperta del corpo mutilato di una ragazza a Malindi fa da propulsore a una spirale di omicidi.
Toccherà alla profiler Doris, al patologo Steven e al tenente Robert addentrarsi in uno dei peggiori incubi lastricato di ossa.
L’unica prova che si tratti di un serial killer è la presenza di ali di libellula inserite negli occhi dei cadaveri. Questa la sua firma. Ma qual è il significato? Chi conosce il suo segreto?
Il killer è rapido, veloce e non perde mai il controllo: segue i meandri oscuri della perversione umana ossessionato dalla poesia e la musica.
Una sola certezza; ucciderà ancora.
Nessuna donna è al sicuro; le sceglie, le segue, le tortura.
Ogni volta che uccide le fantasie diventano più intense, provocanti e violente.

Ambientato in uno scenario di toni caldi, profumi e odori che evaporano tra la terra arida e il verde, dove il rosso trova spazio negli incredibili tramonti, si è catapultati nel cuore del Kenya, dove si sente il respiro del popolo Masai. 



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RECENSIONE


Faccio una premessa che probabilmente non è necessaria ma visto che il libro mi è piaciuto molto, è importante sottolineare il fatto che questo genere, un misto tra thriller e forse Horror (visto le scene dettagliatamente descritte), non è il mio preferito. Ma con piacere posso dire che l'esperienza di questa lettura è stata positiva sotto molto punti di vista. Una lettura in cui mi sono immersa, fatta praticamente tutta d'un fiato, che m'ha accompagnata fino a notte fonda per richiamarmi subito appena sveglia. Si, non potevo resistere, dovevo finirlo, seguire le vicende dell'antropologo Gabriel Larsen, un personaggio caricato di fascino grazie ad una scrittura che punta al dettaglio ma senza stancare, senza incaponirsi.

In questa storia si viene catapultati nel Kenya, in quella parte d'Africa in cui la terra è rossa, i tramonti evocano il sogno. Tutto parte da uno scavo fatto lì, da quei resti rinvenuti parte la caccia ad un serial killer che ha una sua firma riconoscibile nelle ali di libellula che lascia sui corpi delle vittime. Si passa tra scene di delitti a quelle in cui, la squadra di investigazione, indaga. Si resta col fiato sospeso, tesi su quel che è appena accaduto e quel che succederà. Quasi quattrocento pagine per una storia che merita tutto il tempo che le concederete. Ad essere pignola non posso far finta di non aver notato qualche imprecisione, qualcosa che è troppo detto o troppo poco detto, qualcosa di superfluo di cui la scrittrice avrebbe potuto fare a meno, qualche refuso. Ma a dire la verità, ci ho badato poco. Non so se è un primo romanzo di Giuliana Guzzon, mi informerò e cercherò se ne ha scritti altri perché della sua penna ora mi fido.

di Chiara Pellegrini


ESTRATTI





di Giusy Autrice Vitale

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