SINOSSI
Era una bellissima mattina d’inizio primavera. Il bosco era fresco e ombreggiato, una leggera brezza faceva danzare dolcemente le fronde degli alberi. I prati sfoggiavano una moltitudine di colori vivaci e gli uccelli volteggiavano liberi nel cielo azzurro, rischiarato da un tiepido sole, intonando il loro inno a madre natura. Qualcosa, però, non andava quel giorno. Qualcosa di oscuro dava a quel magnifico panorama una sfumatura sinistra e agghiacciante. Il corpo senza vita di una giovane donna si trovava, supino, nel folto del bosco, poco distante da dove il sentiero tracciava il suo percorso naturale, nascosto agli occhi dei passanti. A nessuno era dato sapere perché si trovasse lì, come ci era arrivata e perché fosse morta. Sembrava dormisse. Aveva lunghi capelli corvini, lisci come seta, dolcemente adagiati sul terreno sottostante. Il volto aveva un’espressione tranquilla, serena e sulle labbra un dolce sorriso appena accennato. Era così bella. Nessuno sapeva, in realtà, che quella splendida creatura caduta in un sonno dal quale non si sarebbe più svegliata, nascondeva nel suo cuore un terribile segreto. Un segreto che le aveva stravolto la vita, portandola fin lì, in quell’angolo di paradiso, a pagare con la vita il prezzo per il suo silenzio.
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RECENSIONE
La protagonista di questo thriller è una giovane studentessa
di legge di nome Alessandra, la quale dovrà affrontare un dolore insostenibile,
troppo grande per lei.
Ognuno di noi reagisce agli eventi, positivi o negativi, in
modo diverso ed è la bellezza dell’essere umano: fossimo tutti uguali ci
annoieremmo, o non resterebbe nessuno!
Alessandra viene travolta completamente dal dolore, non
troverà altre vie per combatterlo se non quello della follia: la sua paura, la
sua frustrazione, escono dalle pagine, ti avvolgono come una coperta in inverno
e ti rendono assolutamente partecipi.
Non è più solo Alessandra a compiere un gesto folle, mi è
sembrato di essere lì con lei, di essere arrabbiata, travolta da una sensazione
di odio, dalla voglia di vendetta verso chi le ha strappato senza pietà la
possibilità di essere felice, di vivere al massimo ogni giorno.
Durante il racconto, vediamo come il dolore di Alessandra
trovi il modo di amalgamarsi con l’accettazione, capisce che le sue ferite
profonde, mortali, non hanno bisogno di un cerotto o un dottore. No, Alessandra
è della filosofia occhio per occhio, vuole infierire le stesse ferite a chi le
ha causate a lei, ed è qui che Valentina Nazio mi ha sconvolta. Personalmente
non la penso così, e la sua bravura è stata proprio quella di convincermi, di
farmi sentire talmente in sintonia con la protagonista da andare contro i miei
principi.
Leggendo “Dono Mortale” si ha la consapevolezza di quanti
sentimenti possano nascere dal dolore: non si tratta solo di rabbia, odio,
vendetta, follia, ma anche un amore profondo, vero, potente; capiamo davvero
come un evento nefasto possa causare danni diversi a ognuno di noi, come possa
influire negativamente anche su menti lucide, brillanti, sane.
È un thriller psicologico interessante, molto adatto anche
all’attualità; in un certo senso, mi aiuta a vedere le cose da un altro punto
di vista, a non puntare il dito contro l’accusato solo per il fatto compiuto,
ma a capire che forse, ha reagito solo diversamente da come avrei fatto io.
Gli amanti del genere non possono non amare questo libro!
Consigliatissimo!
di Ilenia Bernardini
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