Titolo: E se poi te ne penti?!
Autore: Cristina Vichi
Genere: Romance/Humor
Editore: Selfpublishing
Pagine: 254
Prezzo Ebook: € 2,99
Prezzo Cartaceo: € 10,36
Pubblicazione: 01/12/2016
SINOSSI
Una banale decisione, presa senza pensarci troppo seriamente, può davvero cambiare il corso della vita?
Viola, studentessa parigina di origini italiane, è indecisa, non sa se accettare l’invito delle amiche o se tornare a casa a studiare. La sua risposta negativa avrà conseguenze inimmaginabili mentre quella positiva le nasconderà una verità con cui non farà mai i conti.
Trovare l’amore, perderlo, illudersi di possederlo: nella magica atmosfera di Parigi tutto cambia a causa di quella piccola e insignificante scelta di un istante.
Una storia con due e poi tre orizzonti paralleli, in cui il destino di Viola prenderà strade completamente diverse, burlandosi di lei fino all’ultima pagina.
È la Volontà o il Destino a creare il futuro delle nostre vite?
Editing e grafica di copertina a cura di Emanuela Navone.
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BIOGRAFIA
Cristina Vichi vive a Riccione, insieme al marito e tre figli.
Ha sempre amato molto inventare storie, ma dopo la stesura del primo romanzo la scrittura diventa una passione vera e propria.
Di seguito le sue opere:
“Celeste: L’Ardore di una Donna” (Seconda edizione: 24/07/2016). Romance/Avventura autoconclusivo e prequel di “Celeste: La Forza di una Regina”.
“Destini Ingannati” (Seconda edizione: 06/01/2017). Romance/Mistery autoconclusivo.
“Celeste: La Forza di una Regina” (10/08/2016) Romance/Avventura autoconclusivo e sequel di “Celeste: L’Ardore di una Donna”.
“E se poi te ne penti?!” (01/12/2016). Romance/Humor, autoconclusivo.
“Tander: Dentro di noi l’energia dei Fulmini” Urban/Fantasy autoconclusivo. (In prossima uscita).
Blog Autore: Cristina Vichi Autrice
Pagina Facebook: Cristina Vichi Scrittrice
RECENSIONE
Destino, finali alternativi, le mille strade che
le nostre scelte ci portano a percorrere è stato oggetto di riflessioni per
ogni autore. Addirittura fece la fortuna di una serie di intelligenti libri a
scelta multipla, una sorta di “rule game” chiamati appunto “Libro Game”.
In questi testi il lettore, immedesimatosi nel
protagonista, poteva scegliere la sua storia con scelte responsabili di azioni
da compiere a ogni drammatico bivio.
Lo stesso percorso l’ho ritrovato sviluppato con
originalità in altri testi contemporanei, in cui il doppio finale dà una sorta
di innovativa spunta alla narrazione facendo comprendere come, l’universo, non
sia uno schema compatto ma piuttosto una sorta di ragnatela di complesse interazioni
causa effetto. A tal proposito è interessante citare la teoria dell’effetto
farfalla che calza a pennello con l’intento del libro che sto per analizzare.
Non temete. La mia disgressione è utile e consona alla recensione. E pertanto
mi trovo in diritto di richiamare ancora una volta la vostra attenzione e
appellarvi alla vostra pazienza.
L’effetto farfalla è la protagonista indiscussa
del testo della Vichi. Che lei ne sia consapevole o meno. Del resto non è
l’unica a esserne stata ispirata pensiamo allo straordinario racconto di Ray Bradbury
“Rumore di tuono” del 1952,un viaggio immaginario in un futuro vivibile grazie
a una macchina del tempo. Grazie a questa si organizzano dei veri e propri
safari temporali per turisti, in una remota preistoria. Il punto focale della
storia avviene quando, un escursionista del futuro calpesta distrattamente una
semplice, innocente farfalla. Da questo gesto, apparentemente innocuo si
scatenano una catena di conseguenze, catastrofiche per la storia umana. Vi
invito caldamente a leggerlo. Fidatevi è un racconto straordinario.
Già nel 1950 Alan Turing, anticipava il concetto
espresso da Ray in un saggio chiamato “Macchine calcolatrici e intelligenza”
« Lo
spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un
momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto
diversi, come l'uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o
la sua salvezza. »
|
(Alan Turing, Macchine calcolatrici e intelligenza, 1950)
Interessante, direte voi, ma qual è l’utilità immediata di questo excursus
letterario e quale attinenza ha con il testo in esame?
Tutto vi rispondo io.
Perché il succo del libro della
Vichi è in questa frase: ogni singola azione, ogni scelta può determinare
eventi imprevedibili nel futuro. Cosi come avviene alla protagonista del
libro, che rifiutando, o alternativamente accettando un semplice invito a un
aperitivo, determinerà tre scenari diversi. Che ovvio non posso svelarvi.
Complimenti alla sua fantasia? Diciamo che i miei complimenti vanno alla
sua intenzione, lodevole di affrontare in chiave moderna un tema dibattuto
già da tempo. Che si sappia, nulla nella letteratura è innovativo. Originale.
O eccentrico. Ogni trama, ogni sviluppo è solo una diversa modalità con cui
l’autore, affronta i temi donando qualcosa della società dell’epoca in cui
esso scrive.
Pertanto la Vichi, elaborando questo eterno tema, apposta modifiche ai
dettagli, introduce elementi di romance contemporaneo e una sua personale
riflessione su un altro tema chiave proposto da Freud: cosa davvero
desiderano le donne? La risposta della Vichi, per fortuna si distacca dalle
tristi riflessioni odierne ( in cui l’unico scopo è di trovare un manzo
miliardario, possibilmente preda di schizofrenie e doppie o triple
personalità, dedito al sadismo) proclamando una verità anch’essa eterna appartenente
al filone femminista,( cito Clarissa Pinkola Estes o Betty Fridan o Simone de
Beavoir. Se non le conoscete vi perdete molto) in cui si sciorina che quello
che la donna cerca è la realizzazione personale come essere umano a
prescindere dalle limitazioni del sesso. Che sia una carriera, che sia il
ritrovare l’equilibrio in amore, che sia il ritorno alle origini, quello che
la protagonista cerca è la sua egoistica felicità. Un egoismo che come
direbbe il grande religioso alternativo Antohny de Mello, è un egoismo sano
che si erige contro la dannosa idea del sacrificio per amore. Non siamo stati
creati per quello ma per onorare la divinità con occhi brillanti, orgoglio di
se e dignità mostrata con fierezza.
E qua va il mio plauso all’autrice. Finalmente qualcuna che, al bello e
ricco preferisce la cultura, la cura di se e perché no la semplicità. Ben
venga.
Come ho già detto, il testo si basa tutto su una precisa idea, espressa
nella metafora che, un semplice movimento di molecole d’aria generato dal battito
di ali di un insetto possa causare una retroazione di altre molecole fino a
scatenare addirittura un uragano. E la storia di Viole è un susseguirsi di
uragani più o meno devastanti ma che portano lo stesso a una medesima
conseguenza: l’incontro con il destino scritto sul libro della vita piuttosto
che quello considerato l’unico possibile da una serie di strane aspettative.
Come dire non siamo noi che possiamo sapere quale futuro meglio si adatta ai
nostri talenti, alle nostre capacità. Ma è una forza che vede la vita
attraverso una prospettiva più ampia, scevra da ogni condizionamento. E tutti
noi siamo, più o meno condizionati. Dalla nostra cultura, dal nostro
ambiente, sociale o fisico. Dalla nostra educazione ma soprattutto, dai nostri
terrori. E spesso le scelte sono le modalità con cui ci approcciamo a questa
fragilità nutrendole quando in un mondo sano, dovremo osservarle per
sottometterle.
E siccome siamo guidati da radici oscure che fanno da motore pulsante a
ogni nostra azione si può comprendere come i sistemi complessi, come spero
sia l’uomo (anche se ultimamente ne dubito. Che sia composito e che sia
umano) è difficile non solo prevedere ma soprattutto conoscere. E
schematizzare. Inutili diventano, quegli stereotipi con cui cerchiamo di
catalogare la realtà che ci circonda. E sono dannosi perché sacrificano la complessità
con la varietà. Ne è un esempio lampate il protagonista maschile del testo Patrick
che è il contrario dello prototipo che si affligge a impersonare. Se dicesse
semplicemente sono un insicuro bisognoso di una giusta terapia sarebbe la sua
salvezza. Ma leggete il libro per capire meglio codesta affermazione.
Lo stile è gradevole scorrevole e impegnato a dar conto delle diverse
sfumature psicologiche dei protagonisti e a inserire dettagli e indizi.
Lodevole. E qua faccio un altro complimento all’autrice, invitandola a
migliorare, rendere ancora più preciso, ricco e sfaccettato il suo intento di
indagine psicologica che per fortuna, lo fa diventare molto più ricco del
solito romance.
Quello che invece posso dire è che mi aspettavo una dedica personale
della scrittrice ai libri e ai film che l’hanno ispirata. Trovo che
informarsi, lasciarsi influenzare dalla cultura sia una lode invece che un
biasimo. Qua potete trovare spunti per interessarvi ai film, posso citarvi “fino alla fine del mondo” di Win
Wnders, “Naked “di Mike Leigh, “Lola corre” di Tom Howitt e lo splendido
film “Sliding Doors” che ha
profondamento ispirato il testo, un film a sua volta influenzato dal quello del
polacco Krzysztof Kieslowski con “Destino
cieco” del 1981. O il film “the
butterfly effect” di Eric Bress e J. Mackye Gruber.
Perché ho citato le influenze?
Perché vi serva da esempio.
Si dico a voi mie testoline ricche di idee. Ma spesso confuse e nebulose.
Un libro non è solo una affannosa opera di fantasia. In cui cercate
disperatamente un’ispirazione che sia straordinaria e unica. Neanche gli scienziati
inventano.
Un libro è il frutto di una attenta ricerca, esempio di come una di una
scrittrice possa riuscire con un semplice libro a raccontare la cultura
occidentale in un libro di narrativa.
Non sottomette nulla alla tua
originalità ma la esalta. E da parte mia ripeto come l’artista che raccoglie
queste eredita, prometta un radioso futuro letterario. E soprattutto possa
donare a lettori ignari e costretti nel buio dell’oblio a prendere in mano
testi antichi e dimenticati, a sacrificare un’oretta sui sociale per
visionare film indimenticabili. Ovviamente rielaborandoli e personalizzandoli
a seconda delle capacità, dei gusti e delle volontà private.
E resto con la consolante convinzione che la nostra Cristina Vichi quei
film, quei libri li ha divorati come me.
Diventi una sorta di sorella spirituale. Se non è cosi ha una notevole
dote mesmerica.
Brava. Ma mi aspetto molto di più
4 Stelle
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